vittoriosermontiSe ne è andato a 87 anni, Vittorio Sermonti, autore, poeta, ma
soprattutto saggista dantista.
Tutto è cominciato per caso in quella brutta estate del lontano 1940
(era appena iniziata la seconda guerra mondiale), accanto a papà,
impegnato a spiegare ai fratelli maggiori alcuni canti dell’Inferno.
Seppur piccolo, Vittorio si appassionava, ascoltando con piacere e
attenzione. Continuata a coltivare la passione per la cultura,
Vittorio cominciò a tradurre le opere di illustri autori per il teatro
come Plauto, Sartre e Moliere. Scrisse numerosi libri tra romanzi,
saggi e raccolte di poesie, tra cui l’ultima opera “Se avessero”,
terzo posto al Premio Strega 2015.
Suo indiscusso capolavoro, la prima versione radiofonica della Divina
Commedia, che lui stesso spiegava e declamava sul terzo canale
radiofonico della Rai. Nonostante il tipo di palinsesto della rete,
ancora oggi riservato a un pubblico di un certo livello culturale,
quel programma riscosse grande successo. A seguito delle tantissime
puntate andate in onda, Sermonti continuò a raccontare il metaforico
viaggio dantesco anche nei teatri, nei saggi, nelle conferenze e nei
programmi televisivi. Oggi si dice che il poema abbia ritrovato la sua
popolarità, e in un certo senso lo ha dimostrato anche Roberto
Benigni. Forse l’attore fiorentino non ne era consapevole, ma in un
certo senso, si è fatto carico di portare avanti la missione di
Sermonti. La Divina Commedia spiegata da loro prendeva forma con le
sue parole forti, con l’orchestrazione sonora di suoni significanti,
ed era lontana dal “battiscopa delle note” presenti nelle pagine dei
manuali scolastici, come li chiamava Sermonti. E a proposito di
scuola, il modo migliore per ringraziare un personaggio come lui, da
parte di un professore, è imitarlo, cercando di portare le stesse
emozioni nelle aule e nel cuore degli alunni.

Eugenio Bonardi