E’ la giornata degli esordienti alle Olimpiadi che portano finalmente ori nel medagliere italiano ad un solo bronzo dalla Cina. E’ la giornata dello judo italiano che, da undici Olimpiadi consecutive (Montreal 1976) va sempre a medaglia. Nella carioca arena 2, Fabio Basile da Rivoli (Torino), classe 1994 ha portato il 200° oro nella storia olimpica dello sport italiano nella categoria 66 kg, un predestinato come testimoniano l’oro, l’argento e i due bronzi raccolti tra europei e mondiali giovanili, sino al terzo posto ai Giochi del Mediterraneo 2013 quando aveva appena 19 anni. Ma alla sua prima partecipazione ai Giochi, l’atleta dell’Esercito ha superato tutti i suoi avversari per ippon (agli ottavi l’azero Shikhalizada, ai quarti il mongolo Davaadorj, in semifinale lo sloveno Gomboc), compreso nella finalissima il campione del mondo in carica, il coreano An Baul, finito in lacrime sul tatami di Rio. Porta in dotazione un argento pesante anche Odette Giuffrida, 22 anni che stupisce tutti arrivando in finale giocandosela fino alla fine con la favoritissima kosovara Kelmendi, che beffa l’azzurro all’inizio della contesa con uno yuko che vuol dire un punticino striminzito ma sufficiente per salire sul gradino più alto del podio. E’ il giorno del fiorettista siciliano Daniele Garozzo che, lasciato Acireale per allenarsi a Frascati con Fabio Galli, ha colto un oro che mancava alla specialità azzurra da 20 anni (Puccini ad Atlanta 1996). Oro conquistato in pedana match dopo match i n una cavalcata trionfale: 15-8 ai sedicesimi all’egiziano Ayad, 15-13 all’altro africano Abouelkasse negli ottavi, 15-8 al brasiliano Toldo nei quarti, 15-8 al russo Safin in semifinale e 15-11 in finale al campione del mondo e numero 1 delle classifiche, l’americano di origine cinese Massialas. Per la verità Garozzo era partito un po’ timoroso e l’esperienza aveva portato avanti lo statunitense 4-2. Reazione dell’azzurro che si portava sul 7-4 ma il campione americano arginava agganciando l’italiano sul 7-7. Ma poi è iniziata la scalata verso il successo con la luce verde di Garozzo che si accendeva per sette volte consecutive. Un po’ di tremore per un tentativo disperato di remontada da parte di Massialas che si portava a tre stoccate dall’azzurro (11-14) ma alla fine è stato il siciliano a trionfare con parata e contrattacco (quindi 201° oro della storia dello sport azzurro). Intanto, mentre il chiacchieratissimo Alex Schwarzer è già a Rio ad allenarsi ad Ipanema con la speranza che il processo odierno al Tas gli dia ragione per poter gareggiare, gli azzurri, quelli ufficiali, si dividono tra frecce di argento e facce di bronzo. Detto delle gare di canottaggio rinviato per troppo vento (con diverse imbarcazioni azzurre in odore di medaglia), altre frecce d’argento sono uscite dall’italico arco: su tutte Tania Cagnotto e Francesca Dallapè che nei tuffi 3 metri sincro si sono piazzate dietro le inarrivabili cinesi con una sicurezza, una scioltezza e una tecnica sopraffina. Impressionante l’ultimo tuffo delle due ragazze azzurre che hanno incrementato il vantaggio sulle canadese terze (poi superate dalle australiane) con uno splendido 84. Di bronzo è il viso grazioso della 24enne piemontese Elisa Longo Borghini che, laddove Nibali ha fallito, si è piazzata terza nella corsa su strada donne. A 20 km dall’arrivo di Fort Copacabana, la ragazza è scattata con le altre competitors e allo sprint finale è stata lesta ad infilarsi dal buco lasciato dalla vincitrice olandese van Breggen e dalla svedese Johansson. Nella pallavolo alterne fortune dei nostri team. I maschi hanno stroncato i francesi campioni d’Europa in carica, che non battevano da due anni, con un eloquente 3-0, complice un Zaytsev devastante da prima e seconda linea, un muro di difesa ben organizzato e un Juantorena ovunque. Prossimo incontro martedì alle 20 contro gli Usa. Al contrario, nell’esordio della squadra femminile, troppa la superiorità della Serbia per poter sperare di ribaltare il risultato. Ma c’è tempo per riprendersi, il torneo è partito adesso. Infine, nel tennis Fognini ha salvato la faccia contro il 36enne dominicano Estrella Burgos, battendolo dopo quasi due ore per 2/6 7/6 6/0; al prossimo turno dovrà giocare decisamente meglio se vuole sconfiggere uno tra Paire e Rosol. Benissimo anche Paolo Lorenzi, neo 1 d’Italia e 40 del mondo, che ha eliminato in rimonta (3/6 6/3 6/4) il cinese di Taipei Lu, sempre ostico sul cemento. Ad attendere Lorenzi lo spagnolo Batista Agut, 10 del torneo e 16 del mondo, in un match molto complicato per la duttilità dell’iberico. E’ caduto invece Thomas Fabbiano, estromesso 7/6 6/1 dall’idolo di casa, il carioca Dutra Silva. Adesso in campo i doppi.
Andrea Curti
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