Tutti la volevano e tutti la cercavano, non solo in pedana ma anche nelle passerelle glamour, e lei non si è fatta attendere troppo, portando a casa la tanto sospirata medaglia, la prima di queste Olimpiadi brasiliane; però è un argento dal sapore agrodolce quello della favorita catanese Rossella Fiamingo, bi-campionessa del mondo in carica, che nella spada femminile in semifinale ha recuperato lo svantaggio di 7-11 contro la cinese (poi bronzo) Sun arrivando al sorpasso per 12-11, ma in finale la situazione si è invertita, con l’azzurra avanti 11-7 prima di cedere 15-13 alla rimonta dell’ungherese Szasz. Il rammarico per il mancato oro c’è eccome ma se si pensa che appunto in semifinale c’è voluta una mano Santa per uscirne vittoriosa, allora forse la delusione è minore. “E poi – ha simpaticamente riportato la spadista siciliana – i messaggini del Premier Renzi, che arrivavano puntuali ad ogni passaggio di turno, mi hanno messo un po’ di ansia, alla fine non li leggevo più!”. A proposito di siciliani: chi invece è molto deluso è il messinese Vincenzo Nibali, in testa alla corsa sino ad 11 km dall’arrivo con il colombiano Henao e il polacco Majka quando una brutta caduta in discesa gli ha procurato la doppia frattura alla clavicola e addio sogno di medaglia. La squadra azzurra, sino a quel momento, era stata impeccabile, tirando per riassorbire una fuga a sei e mandando al contrattacco Caruso per permettere allo Squalo Nibali e a Fabio Aru di entrare nella fuga giusta. Tattica azzeccata ma purtroppo vanificata dalla sfortuna. E oro nelle mani della volpe belga Van Avermaet, uscito nel finale di corsa. Altra delusione cocente ma questa volta senza sfortuna proviene dal tiro a segno carabina 10 metri donne (primo oro assegnato a Rio 2016 all’americana Thrasher); si contava su una medaglia di Petra Zublasing, invece forse la troppa pressione addosso ha relegato l’azzurra ad un orrendo 33° posto, non entrando nemmeno nella finale ad otto. Si sperava anche nella squadra del tiro con l’arco, invece il terzetto azzurro non ha raccolto un punto nei quarti contro la Cina, arrivata poi quarta. Ma, Flamingo a parte, di sorrisi ce ne sono, eccome. Su tutti l’Italia di pallanuoto ha sfoderato uno sprint finale di quarto tempo incredibile e rocambolesco al contempo. Il team di Sandro Campagna pareva spacciato, sotto 6-8 a metà del quarto e ultimo tempo contro la forte Spagna; invece il Settebello ha messo il turbo con Fondelli e Figlioli trovando la parità e col gol decisivo di Presciutti a due minuti dal termine. Molto del merito della rimonta azzurra va però affibbiato all’estremo Del Longo, capace di parare un rigore a Molina sull’8 pari e a salvare il risultato con una strepitosa parata a 39 secondi dal termine su bolide di Espanol. Buone notizie vengono anche dal fronte tennistico dove Sara Errani e Andreas Seppi hanno passato il primo turno. Soprattutto la Errani è stata molto brava, lucida e determinata (per lei solo 10 errori contro i 58 della sua avversaria) nel piegare le velleità dell’olandesina Bertens, quest’anno semifinalista al Roland Garros, vincitrice a Norimberga e finalista a Gstaad. Il punteggio di 4/6 6/4 6/3 la dice lunga sull’equilibrio in campo, due ore e 22’, con la bolognese che nel secondo set era avanti 4-2 prima di vedersi rimontare e poi riallungare. Il break in apertura di terzo set è stato fondamentale per portare a casa il match. E al secondo turno per la Errani la ceca Strycova, 16 del torneo, match alla portata. Seppi invece pareva non voler chiudere un incontro del tutto nelle sue mani. Dopo un 6/3 per entrambi, l’altoatesino nel terzo set aveva due break di vantaggio (4-0) contro l’ucraino Marchenko con quattro palle del 5-2; invece Seppi ha sciupato tutto permettendo a Marchenko di andare a servire per il match sul 5-4 in suo favore. Per fortuna l’azzurro ha avuto un sussulto che gli ha permesso di portarsi al tie-break finale; anche qui però Seppi ha sprecato troppo, ovvero tre match point, facendosi raggiungere dall’ucraino sul 6 pari dopo un vantaggio di 6 punti a 3. Ma al quarto match point l’azzurro ha messo la parola fine ad una contesa durissima, durata due ore e 25’; prossimo avversario il vincente di Nadal-Del Bonis. Ci vorrà ben altra concentrazione.
Andrea Curti
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