RENZI 2ROMA-La tela del ragno non ammette smagliature. L’arroganza e la presunzione possono pagare ma quando si smagliano il collasso è inevitabile. La metafora può servire a far comprendere in quale ambasce versi il Governo Renzi che perde i pezzi per corruzione, inopportunità, contestazioni assortite ma non può permettersi di rinunciare all’anello portante dell’assemblaggio governativo e cioè quella Boschi che rappresenta un caposaldo della scommessa sulla “grande trasformazione italiana”. La Boschi è il crocevia attuali di molti sospetti e della generica indignazione degli italiani per il malcostume della politica. Ed è una tegola per Renzi alla vigilia del referendum sulle trivelle da cui probabilmente può difenderlo solo il mancato raggiungimento del quorum. Renzi si gioca molto se non tutto poi all’altezza del secondo appuntamento referendario sulla sua spregiudicata riforma costituzionale. Quella per cui nella versione di illustri giuristi non avrebbe né titolo né maggioranza qualificata. Vale il detto “chi semina vento raccoglie tempesta”. Gli sbuffi e le contestazioni nel Pd sono quanto mai vivaci e per la coalizione governativa è il momento di massimo rischio. Tenere a bada i D’Alema, i Cuperlo, i Speranza, i Bersani oltre ai fuoriusciti con l’anima Pd Fassina e Civati diventa sempre più difficile. E l’opinione pubblica comincia a dubitare. Così una piccola erosione iniziale può diventare una rovinosa frana. Perdere il controllo anche del Municipio capitolino potrebbe essere un colpo di grazia a un progetto in cui il fumo ha sempre prevalso sull’arrosto.

DANIELE POTO