Gli Usa con Trump un salto nel buio
Entrerà alla Casa Bianca con le peggiori credenziali che un presidente degli Stati Uniti abbia mai avuto. Donald Trump, il fulvo oligopolista, più che per propri meriti ha vinto perché l’America ha creduto di rivedere un film già visto con Hillary Clinton e perché la logica dell’alternanza ha svantaggiato i democratici ed esaltato i repubblicani. Solo col senno di poi si può scrivere che Bernie Sanders sarebbe stato l’avversario più giusto e radiale per Trump. L’America dei neri e del riscatto dalla diseguaglianze contro quella dei pregiudizi razziali e dei poteri forti. In questo senso la Clinton non si è rivelata il candidato ideale. Dubbi sulle sue condizioni di salute, il carico di mail imbarazzanti, la vocazione bellica, i grandi finanziamenti ricevuti dall’industria delle conferenze(autentica lobby, 21 milioni di compenso per 92 interventi) hanno nuociuto alla sua credibilità. La sconfitta è cocente anche perché inattesa e anche perché Barack Obama è era stato eccellente uomo-staffetta con un bilancio finale nel proprio mandato in cui i chiari, tutto sommato, prevalgono sugli scuri. Viene da dire che il mondo va al contrario. Ed è un mondo che vota la Brexit, respinge i migranti, elegge Trump. Utilizziamo le parole di Obama: “Domani il sole sorgerà lo stesso”. E prendiamo un piccolissimo aspetto positivo. Ora le relazioni con la Russia dovrebbero migliorare visto il filo rosso del magnate con Putin. Ed è una buona notizia per i focolai di guerra sparsi nei diversi continenti. E’ stato calcolato che solo dieci paesi al mondo sono totalmente immuni dalla contaminazione bellica. La speranza, molto vaga per il momento, è che possano aumentare. Per il resto è un salto nel buio per un futuro tutto da scrivere a cura del bizzoso anti-femminista che però è piaciuto a più di mezza America. Immaginiamo solo come posso sentirsi oggi gli afro-americani e i sudamericani.
Daniele Poto
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