Era un trattore, un’ala formidabile in grado di andare in meta evitando (tra finte e manate) avversari sì robusti ma mai come lui: Jonah Lomu un anno fa ha lasciato questa vita terrena per imbarcarsi in altre avventure, ma il suo spirito combattente campeggia sempre nei cuori dei “Tuttineri” scesi nella Capitale per l’amichevole di sabato contro gli azzurri (ore 15, Stadio Olimpico, diretta in chiaro su DMax canale 52), e anche in quelli degli sportivi italiani, che ne hanno vissuto le sue indimenticabili gesta. Intendiamoci, gli All Blacks che affronteranno gli azzurri sono pure piuttosto incavolati per la debacle di Chicago; non si aspettavano, loro che sono campioni del mondo da otto anni a questa parte, di prenderle dall’Irlanda così seccamente (40-29). Irlanda che è più forte dell’Italia ma le statistiche dicono che il nuovo allenatore degli azzurri è guarda caso un Irish man, Conor O’Shea, che pare avere coraggio da vendere, dal momento che farà esordire sette ragazzi con meno di dieci presenze in nazionale. Rivoluzione in mediana dove esordirà in mischia Giorgio Bronzini del Treviso accanto all’apertura delle Zebre Carlo Canna al posto rispettivamente delle certezze azzurre chiamate Gori (reduce comunque da un infortunio) e Tommasino Allan. I giovani potranno contare su alcuni elementi della vecchia guardia tipo capitan Parisse (per lui 120ma presenza in Nazionale), Favaro, Mc Lean (inedito nel ruolo di primo centro), Benvenuti Cittadini e Ghiraldini, sempre pronti a dare il massimo per il rugby italiano.
Quella con gli All Blacks neozelandesi è la prima delle tre amichevoli che gli azzurri disputeranno prima del Six Nations 2017: poi, a seguire, Italia-Sudafrica a Firenze il 19 novembre (ore 15), Italia-Tonga a Padova il 26 novembre sempre alle 15. Onestamente bisogna battere i tongani e già sarebbe sufficiente.
Andrea Curti
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