ROMA-“Camila Giorgi e il suo staff comunicano che in data odierna si è giunti all’interruzione dei rapporti con la Fit, che agirà come a suo tempo fatto con Simone Bolelli. Camila non parteciperà dunque alla Fed Cup, ma disputerà le qualificazioni del torneo di Stoccarda”. Sul sito della tennista azzurra, numero 43 del mondo e l’unica giovane del gruppo femminile a certi livelli (anche se potrebbe fare molto di più) è stato postato questo avviso/comunicato e di fatto aperto la “guerra” con la FIT. La quale Federazione si trincera dietro i “no comment” di rito e fa finta di niente, annunciando sul proprio sito le quattro ragazze (Giorgi compresa) che in Spagna, sulla terra rossa catalana di Lleda, dal 16 al 17 aprile prossimi, spareggeranno per non retrocedere contro due Signore giocatrici, peraltro top-ten, come la Muguruza e la Sanchez Navarro. In ottica di formazione Barazzutti non perde niente, anzi semmai guadagna una Vinci neo numero 8 del mondo, all’ultimo anno (annunciato) di attività, che ha dato la sua adesione ala trasferta spagnola, una Errani che sul rosso fa sempre la sua parte (sarà curioso vedere se in doppio tornerà la coppia Errani-Vinci dopo più di un anno di litigio) e la Schiavone che fa da chioccia e da futura capitana di Coppa Davis (la Giorgi dovrebbe essere sostituita dalla Knapp reduce da un infortunio). Quello che è incomprensibile, al di là del rifiuto della Giorgi di indossare la maglia azzurra, è il riferimento al bolognese Bolelli, come se la ragazza marchigiana già si aspettasse la stessa ritorsione federale subita in passato dal tennista di Budrio (squalifica per quasi due anni). Peraltro la Giorgi contrattualmente è legata alla Federtennis con tanto di obbligo di rispondere alle convocazioni del Capitano, oltre – pare – ad aver ricevuto emolumenti (e qild cards per i tornei maggiori) che, con la fine unilaterale della collaborazione, comporterà la restituzione dei finanziamenti ottenuti. Siamo nel campo delle ipotesi, magari mercoledì (giorno della scadenza della convocazione) la Giorgi ci ripensarà e si presenterà al ritiro. Sennò addio anche alle Olimpiadi di Rio.
Andrea Curti
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