ROMA-Adesso la debacle è completa: agli ottavi di finale degli Internazionali di Roma di tennis non approda neppure un azzurro, ma questo era prevedibile per gli impegni che attendevano i due superstiti, uno per tabellone. Nel torneo maschile, il 32enne Seppi, n.42 del mondo, ha pagato le false partenze in entrambi i set, soprattutto nel secondo ha commesso due doppi falli e altri errori gratuiti che hanno dato via libera al francese Gasquet, n.11 del torneo, uno che di rovescio ferisce a volte anche mortalmente. Un 6/3 6/4 senza particolare storia e “Riccardino” è al terzo turno, nella parte alta del tabellone, dove affronterà l’atteso nipponico Nishikori e dove sono posizionati diversi big. A partire dal numero 1 del mondo Djokovic che ha però impiegato un’ora e mezza per regolare il simpatico francese qualificato Robert, uno che ha avuto una seconda vita, uscendo fuori da una brutta epatite A che avrebbe potuto stroncarne la carriera. Per Djokovic ora c’è il brasiliano Bellucci, mancino “ammazza francesi” (ha fatto fuori prima Monfils e poi Mahut) da non sottovalutare per l’attitudine spiccata del sudamericano alla terra rossa, Poi Federer ha vinto faticando nel secondo set contro il diciannovenne tedesco Zverev in quello che era etichettato come lo scontro generazionale per eccellenza; bravo lo svizzero, all’esordio in un torneo non è mai facile, ma adesso Federer è chiamato a maggior attenzione, l’austriaco Thiem è forse l’esponente più in forma della nouvelle vague del tennis mondiale. Assieme all’australiano Kyrgios che ha avuto la meglio sul bombardiere canadese Raonic e che si candida ad essere l’anti-Nadal, dovendo affrontare il maiorchino che a Roma è di casa (ha vinto 7 volte). Nella parte bassa del tabellone, Murray ha giocato in surplace regolando il qualificato e legnoso kazako Kukushkin ma contro il francese Chardy, vincitore a sorpresa dell’iberico Bautista Agut (15 del torneo), ci vorrà più concentrazione. Match interessanti sono anche quelli tra il belga Goffin (6/4 6/4 allo yankee Sock) e il ceco Berdych e tra lo svizzero Wawrinka (defending champion al Roland Garros) e l’argentino Monaco, in ripresa, una brutta notizia per gli azzurri in vista del quarto di finale di Coppa Davis di metà luglio a Pesaro. Ferrer poi ha passeggiato sul connazionale spagnolo Garcia Lopez, giustiziere di Fognini (il che è tutto dire…) ed è favorito sul lucky loser Pouille, tosto a morire, come dimostra il 7/5 al terzo sul fu Gulbis. Tornando ai nostri portacolori, nel femminile la Vinci aveva passato il primo turno usufruendo di un bye (è 7 del mondo) e, un po’ per un infortunio un po’ per il suo poco adattamento alla terra rossa, non si poteva credere che battesse una tennista lanciata verso il firmamento come la giovane britannica Konta, che in campo l’ha derisa, soprattutto nel primo set, cui ha rifilato un umiliante cappotto. Dalla Vinci, che a fine anno lascerà il tennis giocato (o forse ci ha ripensato?), ci aspettiamo tanto nel suo forse ultimo Wimbledon e magari a Rio de Janeiro per le Olimpiadi (intanto continua il broncio con la sua ex amica Errani che gioca il doppio con una partner spagnola). Tutto il resto, nel settore femminile azzurro, è molto preoccupante. Ci si cura sugli allori, si festeggia il decennale dalla prima Fed Cup vinta dalle ragazze italiane in quel di Cherleroi in Belgio nel 2006 e la vittoria agli ultimi US Open di una Flavia Pennetta che intanto si è ritirata dalle competizioni sportive, invece di guardare avanti, ad un futuro che si prospetta agonisticamente tragico se il materiale a disposizione è quello visto sinora. O meglio, la punta di diamante delle giovani nostrale, la Giorgi, si è tirata fuori neanche presentandosi al Foro Italico per un presunto infortunio, il presidente Binaghi dopo il rifiuto della ragazza ad indossare la maglia azzurra ha dichiarato che trattasi di caso da telefono azzurro e ora sarebbe opportuno sapere se è stata lei ad andarsene o se il gruppo storico ha fatto di tutto per emarginarla. Sta di fatto che non c’è programmazione nel tennis femminile e la retrocessione in B ne è la conseguenza. Se vogliamo continuare a festeggiare…
Andrea Curti
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