Londra-2012-Alex-Schwazer-conferenza-stampa-diretta-doping-586x332Otto anni ad Alex Schwazer; il Tribunale arbitrale dello sport, organo di ultima istanza della giustizia sportiva, ha accolto la richiesta della Federazione Internazionale di Atletica Leggera di squalificare per doping il marciatore azzurro, ponendo di fatto la parola fine alla sua carriera. Certo la faccenda non è chiara; Schwazer, reo confesso e per questo appena tornato da due anni di squalifica, ha subito in luglio un ulteriore controllo sullo stesso campione del 1° gennaio  2016 già risultato negativo. I conti non tornano. Intanto l’italica tradizione con le armi da fuoco sta facendo storia anche alle Olimpiadi brasiliane, In effetti Marco Innocenti nel double del tiro a volo ha conquistato la decima medaglia azzurra, il quinto argento, non riuscendo a strappare la prima posizione al suo rivale dalle eliminatorie, quel kuwaitiano Aldeehani che gareggia per la squadra degli Atleti indipendenti sotto l’egida del Cio in quanto il comitato olimpico arabo è stato squalificato per gravi ingerenze politiche. Allo spareggio per l’oro, il 38enne tiratore toscano ha totalizzato 24 piattelli contro i 26 del kuwaitiano che si è mostrato più freddo nei momenti fondamentali della gara. “Ma io sono contentissimo dell’argento”, ha commentato Innocenti, “dedico la medaglia alle mie figlie. E’ la mia quarta olimpiade, non so se continuerò, ho una armeria importante e divido la giornata tra sparare e lavorare”. Un altro argento arriva dalla scherma dopo la sfida di fioretto tra la Di Francisca e la russa Deriglazova. Per molti eroi dei vecchi tempi fioccano le delusioni e le amarezze. Quelle della Pellegrini, per intenderci, sono imbarazzanti, considerando le dichiarazioni a caldo (“Forse è il caso che cambi vita”) e le azioni a freddo (rinuncia ai 100sl per la staffetta 4×100, e pensare che una volta faceva tutto…) dopo il quarto posto nei 200. Ma anche la staffetta azzurra, che si presentava come vice campionessa del mondo, è andata molto male perché Pellegrini a parte, le altre sono state veramente lumachine d’acqua rispetto alle avversarie. Grave anche il fallimento della pallavolo femminile è totale; terzo 0-3 subito in tre partite (stavolta contro l’Olanda) e qualificazione praticamente impossibile. Perché contro Usa e Portorico le vittorie potrebbero non bastare. Il crack totale è firmato Bonitta che ha lasciato a casa Djouf e altre per una squadra così amorfa come quella vista sinora che non ha vinto neppure un set e che solo nel terzo set con l’Olanda ha avuto un piccolo vantaggio di 14-12. Per il resto notte fonda. Un altro su cui si contava parecchio era il pugile Clemente Russo, 34 anni, alla sua quarta olimpiade con un palmares da favola (due argenti a Pechino 2008 e Londra 2012 e due mondiali). Però questa volta il campano si è fermato ai quarti di finale ma di debacle non si può parlare perché aveva di fronte il numero 1 del mondo, il russo Tishchenko. Il match era duro alla vigilia per le credenziali appena citate e per la differenza di età (9 anni più giovane il sovietico) altezza; 181 cm l’azzurro, 196 il russo. E questo ha condizionato subito l’azione di Russo che ha cercato di anticipare l’avversario dalle lunghe leve e lo ha fatto anche bene nella prima ripresa, però stranamente assegnata dai giudici al primo del mondo. Nella seconda ripresa, conoscendo l’esito negativo della prima, l’azzurro ha cambiato tattica attaccando di più il suo avversario, cercando di mandare a bersaglio qualche destro importante; invece Tishchenko si è sempre difeso molto bene ed ha contrattaccato spesso, inducendo l’arbitro a sospendere l’incontro e far medicare Russo per una piccola ferita sanguinante in fronte. Anche la seconda ripresa dunque ad appannaggio del sovietico. E nella terza non c’è stata storia, anzi Russo ha cercato di innervosire il suo competitor abbassando la guardia ed esponendo il volto ad inutili jeb di Tishchenko. Così passa in semifinale il pugile sovietico e Russo saluta i Giochi. “Ma oggi lui non mi ha mai preso e quando l’ha fatto erano piumini. Il verdetto è scandaloso – chiosa il pugile di Marcianise – tutti hanno visto chi era il vero vincitore ma io non mi ritiro. Ho altri due anni di contratto e poi vedrò se prepararmi per Tokyo”. C’è però l’Italia della pallanuoto maschile che non perde un colpo: nel match vendetta degli europei, i ragazzi di coach Campagna hanno battuto i macedoni 6-5 e si confermano a punteggio pieno. “E’ un segnale per gli altri, noi sappiamo di essere competitivi” è il laconico commento del cittì azzurro, che poi puntualizza come “non abbiamo fatto nulla, la strada è lunga e ripida”. Infine, il tennis. Eliminati Fognini e Seppi in doppio dai più forti canadesi Nestor e Pospisil, per l’acquazzone equatoriale abbattutosi a Rio sono stati rinviati tutti i match, compreso l’ottavo di finale tra lo scozzese Murray e appunto Fognini. Quest’ultimo con Roberta Vinci farà anche il doppio misto, contro i francesi Mladenovic e Herbert.

Andea Curti