spalletti-conferenza-1-500x281Ha visto l’Astra Giurgiu? Che pericoli deve aspettarsi?
“L’ho vista io, l’han vista i miei collaboratori, ne abbiamo discusso. Abbiamo l’hobby di tirar dentro analisi approfondite. C’è da dire che è una squadra che ha vinto le ultime due partite, si va dietro l’entusiasmo del momento che hai dietro, a livello mentale e fisico. Ha un tecnico che ha fatto una carriera particolare, ha cambiato spesso squadra, è abituato a organizzare le situazioni, è uno che sa cambiare anche le vesti alla sua squadra, giocando con i 3 dietro, ma anche con i 4. Questo è un club che ha vinto il campionato, ha giocatori che hanno fatto un decorso internazionale sotto l’aspetto delle avversarie incontrate e di carriera professionale. Ha questo centravanti, Alibec, che ha doti importanti. Lui ha detto di non aver firmato niente, ma è sorretto da questo momento importante di carriera. Lui ha corsa, è un mancino naturale che riceve palla addosso e la gioca per tirare e per mandare dentro i compagni. Poi altri giocatori dietro, come Fabricio bravo a far partire il gioco. Penso vengano qui per fare una partita attenta di attesa, bravi a sfruttare il momento e l’episodio a loro favore. Lui diventa ancor di più insidioso perché si metteranno lì chiusi a non dare spazi, con una tipologia di ricerca già vista quando si gioca con squadre più forti. La Roma è più forte, ma poi c’è sempre da metterlo in pratica”.

Come ha visto la squadra dopo Torino?
“La squadra è dispiaciuta per la prestazione. Qui a Roma è tutto doppio, quindi la senti forte sul groppone. Vanno fatte analisi approfondite che però non incutano timore. In passato è successo, subire il momento. La nostra tifoseria non sarà contenta del nostro gioco attuale, di quelli che sono i nostri risultati. In questa presa di posizione dell’approfondimento, voglio essere quello che approfondisce di più senza caricare la squadra dal punto di vista mentale. Ci vuole dialogo per trovare le soluzioni. Siamo stati lì per capire il discorso di comportamento di squadra, parlando molto e recuperando in mezzo al campo. In questo giorno qui, in queste 48-30 ore, prima di arrivare al match bisogna alleggerire il carico altrimenti si rischia di farsi male. Dopo la partita verranno affrontati nuovi concetti, ma i ragazzi sono consapevoli. Anzi, non ragazzi, dico professionisti, i calciatori della Roma. Perché questo siamo, a iniziare dall’impegno e dall’attenzione che dobbiamo mettere ogni giorno in campo. Loro sono consapevoli e hanno voglia di rimettere a posto le cose”.

 

E’ uno Spalletti buonista quello che vediamo questi giorni. La Roma, comunque, è in piena lotta per il vertice del campionato. Le scorie della Champions pesano ancora? Cosa ha detto ai giocatori, è deluso da loro? Si aspetta rivincite?
“Per la Champions è chiaro che è dura da buttar giù, ma tornarci ancora significa fare un passo indietro. Anche se quella partita fa male vorrei rivolgermi al futuro, perché è lì che passerò il resto della mia vita, nel futuro. La mia possibilità di rimanere a vivere a Roma passa da lì, dai prossimi risultati della Roma. Non sono deluso dai miei giocatori, se lo fossi sarei il primo ad essere deluso da me stesso. Io credo in loro come ho detto più volte, e sarà così finché io rimarrò qui. Questa è la mia squadra, qualsiasi risultato dipenderà da loro dipenderà da me. Io credo in loro, ho constatato delle qualità, sia professionali, calcistiche, di qualità, di giocate sul campo e di qualità fisiche, sia di qualità mentali, perché l’ho visto. Poi qualcuno ha anche una mentalità diversa, è meno maturo, e a volte si fa riferimento a questo per migliorare. Ma in generale è una squadra forte sotto tutti gli aspetti, e rimarrà forte finché io rimarrò qui”.

Quando è arrivato a Roma Zeman ha discusso la gestione di Totti, a Torino Castan si è lamentato della sua gestione. Perché parlano male della Roma? Il club non merita rispetto?
“A me non sembra che siano state dette grandissime cose, poi quando uno gioca nella Roma e per motivi diversi va altrove, in club di forza inferiore sulla carta, ha sempre una reazione. Come a voler dipingere quella che è la sua forza superiore, che non dipenda da lui ma da altri fattori. Non lo so e non mi interessa. Io so quello che deve essere il mio lavoro e quello della Roma, dobbiamo fare delle scelte usando i calciatori più forti. Io posso trovare tutte le scuse che si vuole a un calciatore che resta in panchina, ma se non lo ritengo più forte di quello che uso si va in quella strada lì, nell’esternazione di chi vuole farla. Alla base ci deve essere un po’ di attenzione nel parlare, ma questo dipende da chi vole accusare di qualcosa. Io so quello che devo fare, scegliere e tentare di creare una Roma sempre più forte, perché è tramite quella strada che posso vincere, anche se poi ci sono situazioni di mercato che vengono determinate dai soldini. Tu penalizzi una cosa per rafforzarne un’altra, ma il senso sta sempre nel migliorare. Se ti volessi riferire ad altro non lo so, nel mio lavoro non ho bisogno di tantissimi collaboratori che intervengono sul mio ruolo, ho bisogno di persone con qualità, con le quali ho un buon rapporto e una buona complicità, una buona possibilità di dialogo. Con questa società ho tutto questo. Purtroppo non voglio molte interferenze nel mio ruolo, così come non interferisco nel ruolo della società. Siamo tutti uniti nello stesso intento, quello di migliorare la Roma tramite risultati che accontentino il nostro pubblico”.

La situazione economica dell’Astra è difficile, dipende anche dai giocatori?
“I calciatori debbono far vedere il loro valore per dare seguito a dei presupposti importanti in funzione della loro carriera. I risultati dicono questo. Hanno fatto benissimo, al contrario di quanto detto in precedenza. Dalle vittorie si trae linfa vitale, non ci si casca”.

Come contro il Plzen è possibile ci sia turnover con Alisson, Gerson e Iturbe?
“Qualcosa si cambierà, anche perché c’è un’altra partita ravvicinata. Ma non è che questi giocatori che scendono in campo siano automaticamente peggiori degli altri. Sono figli della Roma anche loro. Io domani sera voglio vincere, non voglio fare turnover tanto per farlo. Altrimenti non faccio turnover. Alisson è forte, come già detto. Ci saranno anche altri giocatori che voglio far giocare, tra cui Paredes. Faccio turnover ma è un altro lupo, siamo tutti lupi in campo… O un altro animale (ride, ndr)”.

L’intervista alla Blasi ha tolto l’attenzione dalla prestazione contro il Torino o ha ricompattato l’ambiente?
“In tutto questo c’è stato anche lo striscione del rispetto al tecnico. Lì c’è la sintesi di tutto, mi fa piacere. Ma è una riflessione, una lettura, un richiamo quello che loro vogliono fare ma che non sono obbligato a fare. Basta giochini o attenzioni verso situazioni che non portano il beneficio della Roma. Chiedono unione e coesione. Bisogna avere rispetto per la Roma e le intenzioni del nostro modo di lavorare. Loro sono obbligati a partecipare a questa conferenza stampa richiamando all’ordine tutti. Noi dobbiamo andare in quella direzione. Dobbiamo fare risultati perché siamo la Roma, giochini che portano agli andazzi basta. Giocate che danno poi senso a quella che è la qualità del gioco della Roma quante ne vogliamo”.

FONTE: ROMANEWS.EU