Fotocopiata la gara di Torino: 70 minuti al Bayern e poi tutto Juve. Questa sera 70 minuti Juve e poi solo padroni di casa.Partita perfetta dei bianconeri ma sotto porta troppi goal sbagliati ti tagliano le gambe.Nel calcio ci sono delle leggi, leggi queste che non lasciano scampo:”goal sbagliato goal subito”. Alle reti sbagliate il goal di Morata era fortemente regolare. Poi a tanta perfezione un errore di scelta arriva dal mister Allegri che ha cambiato le sorti di questo match. La doppia sostituzione di Morata e Cuadrado ha privato la Juve della spinta necessaria per arrivare al termine gara.Sembrava una Juve sgonfiata, una squadra senza più il propulsore di Cuadrado e la profondità di Morata,una squadra che pian piano si è spenta.Allegri avrebbe dovuto chiedere ad entrambi di stringere i denti nel momento in cui il Bayern era completamente in balia della Juve. Mettere un Mandzukic acciaccato non è stata una buona scelta come la pochezza di Pereyra. Sturaro non ha punto come sovente solo lui sa fare a gara in corso e la risultante è stata quella di indebolire le canne da fuoco e concedere all’avversario più respiro. Guardiola allora inserisce l’ex juventino Coman che fa lui il Cuadrado della situazione e proprio dal francese nascono dalla fascia le azioni più determinanti di questa partita.Le critiche devono lasciare spazio alla prestazione di questi ragazzi che meritavano loro di passare per quanto si è visto, ma il calcio, specie a livello europeo, non concede spazio alle scusanti. Sbagliare sotto porta goal semplici e qualche valutazione errata in fase di cambi può cambiare una gara perfetta. Ora voltiamo pagina, subito, e affrontiamo il derby con assoluta concentrazione per prenderci questo quinto scudetto cominciando dal Torino appunto.A Roma col Milan per completare la pianificazione e i traguardi della società di inizio stagione cercando di conquistare la seconda coppa Italia consecutiva.Un pensiero ai nostri ragazzi e un applauso per il loro grande cuore.In Europa bisogna avere un DNA che si può acquisire solo con gli anni e la partecipazione costante, una cosa però emerge seppur a piccoli passi: per i 20 minuti di Torino e i 70 di Monaco si è vista una squadra di livello ma ciò non basta. Ci vuole ben altro.La continua partecipazione.A tutto questo con considerazioni e fiumi di ragionamenti che da oggi prenderanno spazio tra giornali e televisioni sarebbe il caso di fare un ringraziamento particolare ai ragazzi che hanno dato tutto quello che era possibile offrire dimostrando di essere già pronti per un’altra avventura in Europa.
Marco Venditti
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