3225f6ef5620cb29fb45b7aaa112c28cROMA-Il terrorismo destabilizza Francia e Germania, più che la Gran Bretagna del Brexit. Ma l’Italia, estiva e non solo, come si pone di fronte alla minaccia? Vedremo anche noi i poliziotti perquisire gli zaini dei bagnanti? Dobbiamo dire, fuori dal recinto del ben pensare, che la Realpolitik nostrana, in un certo senso paga. L’antico slogan “Né con lo Stato, né con le Brigate Rosse” potrebbe essere riadattato per la politica estera della Farnesina in cui più classico comunicato di fronte a colpi di Stato, sovvertimenti improvvisi, uccisioni di tiranni più o meno veri e presunti, è in genere del tipo: “Seguiamo l’evolversi della situazione”. Questo cerchiobottismo, proporzionale all’influenza nel mondo dei nostri “ermellini” finora ci ha concesso di essere fuori dalla linea di fuoco dell’Isis. Siamo un bersaglio sensibile ma non preso di mira, non primo tra le priorità di questo partito deviato dell’islamismo. Di qui a dire che possiamo, molto egoisticamente, tirare un sospiro di sollievo ne corre. Le sciagure del mondo, i lutti, appartengono all’umanità, sono un disastro globalizzato. I nostri connazionali possono essere colpiti ovunque, con attitudine random, come insegna la carneficina in Bangla Desh.  E di riflesso i terroristi potrebbero colpire le ambasciate dei paesi alleati, pur senza avere l’intenzione di colpire direttamente l’Italia., In questo caso si paga l’alleanza con la Nato e gli errori generazionali della politica che fu. In fondo uno degli ultimi colpi d’ala fu il “no” di Craxi agli americani che volevano utilizzare Sigonella per una potente azione bellica.

Daniele Poto