vittorio nocenziROMA- Vittorio Nocenzi, ovvero il Banco. Ma i riferimenti sulla straordinaria band passano in secondo ordine davanti a quella storia drammatica con un epilogo fortunatamente positivo. Vittorio ha rischiato di morire all’inizio dell’estate scorsa per un aneurisma celebrale gettando nello sconforto e nella disperazione la propria famiglia e tutti i fans del Banco. Alla fine dopo una lunga degenza al Gemelli di Roma, Vittorio ce l’ha fatta ridando il sorriso a chi gli vuole bene. A Night & Derby sui 101.5 di Centro Suono Sport ha voluto ringraziare tutti. “Ne approfitto per la prima volta ufficialmente  in una radio per ringraziare tutti quelli che sono stati vicino a me ed al Banco.Vorrei abbracciare tutti per l’affetto e le testimonianze dimostrate dopo aver saputo della mia grave malattia. Ho avuto paura, è stata un’esperienza drammatica soprattutto per mia moglie ed i miei figli. Fortunatamente è andata bene e mi consola aver ricevuto tanto amore , Francesco (Di Giacomo ndr) diceva: “di rockstar ce ne sono tante, di Banco ce n’è uno solo” e forse per questo che siamo molto amati. Forse perchè siamo antidivi per scelta e per convinzione. Ne parlo da uomo, io sono un pò zingaro nel cuore. Di quello che mi è successo non ricordo nulla ma quella storia mi fa ragionare più razionalmente e vivere in modo diverso. Ora la responsabilità è maggiore”. Il serio problema superato da Vittorio Nocenzi segue le tragedie che hanno colpito il Banco del Mutuo Soccorso. “E’ un brutto periodo, una sorta di accanimento del destino. Prima la morte di Francesco poi quella di Rodolfo, sembra un film incredibile, un brutto copione di cattivo gusto. Sono stati colpi duri da sopportare e pensare che 2 anni fa anche mio fratello Gianni  è stato male,molto male. Poco tempo fa è toccato a me,ora però voglio ringraziare l’ospedale di Vallo dela Lucania ed il Gemelli di Roma, sono stati encomiabili”. Vittorio lo può raccontare e può tornare a lavorare ed a lottare per i diritti umani. Essere Ambasciatore dell’Unesco lo riempie d’orgoglio così come la lotta e le battaglie per migliorare questa povera Italia. “Siamo molto indietro rispetto a molte altre nazioni. Qui da noi si parla a vuoto e si è fermi da altre parti si parla meno e si fanno i fatti. Noi abbiamo dei beni primari come la cultura, la storia ed il turismo, beni che potrebbero fornire tanti posti di lavoro invece noi abbiamo il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Io sono molto arrabbiato per questo stato di condizione e le responsabilità vanno individuate in tutti i settori della politica.”. Dal sacro al profano il passo è breve . Dopo i problemi veri dell’Italia il passaggio ad un settore più futile come il calcio appare più facile. “Sono tifoso della Roma. Ma sembra una condizione primaria rispetto ai 22 album scritti. Comunque il tifo mi piace ma quello goliardico, quello dello sfottò e non quello politicizzato e violento. Purtroppo è un segno del destino e della decadenza quello che sta avvenendo negli stadi che sembrano cattedrali nel deserto vista la poca presenza di tifosi”. La chiusura è dedicata  ai nuovi progetti di Vittorio Nocenzi e del Banco. “Stiamo preparando i prossimi concerti e ripristinando il “vecchio Banco”. Vogliamo tornare a quella formazione sobria. Il concerto del Banco deve essere passione, emozione e commozione. Deve essere un’esplosione di energia e di poesia nello stesso tempo. Vogliamo regalare di nuovo buona musica ed anche voi alla radio programmate buona musica, mandate buona musica, non solo il Banco”.

 

MAURO CEDRONE