Quale Francesco? Non ci riferiamo ovviamente al santo d’Assisi che
compose Il cantico delle creature, non al papa, ma al grande
cantautore Francesco Guccini riuscito a farsi conoscere sul finire
degli anni ’60 grazie alle canzoni scritte per i Nomadi, tra cui
l’indimenticabile Dio è morto. Abbiamo ancora in testa quell’annuncio negli studi di Che tempo che
fa. Francesco, in tv per presentare il suo disco L’ultima tule, ha
annunciato con grande sorpresa il ritiro a vita privata definitivo. Da
allora non avrebbe più inciso nuovi album, né sarebbe più salito su un
palco. In questi quattro lunghi anni, la sua mancanza dal mondo dello
spettacolo si è fatta sentire. Il pubblico così desideroso di
ascoltarlo ancora, non ha perso la sua speranza, incitandolo a
tornare. Oggi finalmente, grazie alla raccolta messa a disposizione in
tutte le edicole, il cantante modenese ha scelto di riservare ancora
qualche emozione. Pochi concerti nelle principali città di Italia tra
cui Roma, dove sono previste ben tre date: il 27 ottobre presso il
teatro Ambra Jovinelli, mentre il 6 e il 7 di novembre all’Auditorium
Parco della Musica. Sarà un’occasione unica, specialmente per chi non
lo ha mai visto dal vivo, forse l’ultima per tutti. Non mancheranno
L’avvelenata, Il vecchio e il bambino, La locomotiva, Via Paolo Fabbri
43, Noi non ci saremo e tutti gli altri successi scritti nell’arco di
quarantacinque anni dal 1967 al 2012.
Chissà che non abbia “tante cose ancora da raccontare”, come scriveva
nella sua Avvelenata… certo, un nuovo disco sarebbe forse pretendere
troppo. Per il momento, il tour è senz’altro la sorpresa più bella che
potevamo aspettarci. Il pubblico, tornando al testo de L’avvelenata,
“vuole ascoltare”.
Eugenio Bonardi
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