michiganBRUXELLES. Terrore. Bombe. Sangue. Morti. In poche parole una tragedia immane. I sanguinosi attentati fanno contare piu’ di 30 vittime e 230 feriti, tra questi anche 3 italiani. Bruxelles è una città devastata da micidiali esplosioni in alcuni obiettivi sensibili come l’aereoporto e la metropolitana. Insieme alla commozione sale la rabbia perchè una tragedia simile era prevedibile e forse evitabile. Le parole del premier belga appaiono drammaticamente fatali: “E’ successo quel che temevamo”. Le scene trasmesse da tutte le televisioni del mondo sono raccapriccianti intrise di dolore e disperazione. Immagini strazianti che fanno male. Le lacrime scendono quando la TV fa vedere alcuni sopravvissuti davanti a corpi inermi e senza vita. Il simbolo di questa tragedia puo’ essere rappresentata dal volto di una bimba rigato dal sangue in braccio ad un assistente volontario lesto a portar via la piccina dal disastro. Intanto le TV mandano in onda scene agghiaccianti in una citta’ deserta dopo l’invito del governo belga a non muoversi da casa. Immagini che si ripetono sistematicamente nel ricordo delle tragedie di Madrid e Parigi. La lunga scia di sangue  sembra non avere fine, la strategia del terrore messa in atto dall’Isis che ha rivendicato gli attentati non si ferma e quello che sconvolge e’ l’impotenza degli Stati colpiti davanti a tragedie simili. Ora si cercano i colpevoli, gli attentatori, ma la mente, il pensiero va a quelle povere vittime innocenti e a quella bimba fortunatamente viva con il volto rigato da lacrime e sangue.

MAURO CEDRONE