La conferenza stampa del tecnico giallorosso alla vigilia della gara contro il Sassuolo
Mario Rui c’è ancora un po’ di tempo, Vermaelen ha ancora dei passaggi prima di fare una scaletti. Peres e Perotti siamo fiduciosi per Empoli. Seck lo riprendiamo in considerazione per Bologna. Ruediger sta bene e verrà con noi. Io sto bene. Su quello che è successo, mettere in mezzo la libertà di stampa c’entra poco. Mi è parso di notare un’interpretazione generale degli episodi, che si fa anche più diretta. Ho visto titoli come “A che serve il faraone” o ” Ciao Dzeko” senza dargli il tempo di mostrare le qualità. Nainggolan che se la prende con i tifosi della Roma, è un’interpretazione soggettiva. Totti segna e si scrive “purga Spalletti”. Se la Roma vince anche io ho vinto. La libertà di stampa guai a chi la tocca.
“E’ ancora un po’ presto, però in questo momento il campionato dimostra che c’è un equilibrio che non può che far bene perché così ci saranno molti duelli di alta classifica come ad esempio Milan-Juventus. Se non avesse avuto questi punti, probabilmente il Milan non avrebbe avuto tutto quel supporto dello stadio. Sabato si è vista l’importanza di avere uno stadio pieno, e noi facciamo spesso richiamo a questo, perché i nostri tifosi sono una spinta particolare. Io ho vissuto l’Olimpico in passato, in partite importanti e spesso si viaggiava sulle ali dell’entusiasmo che ti determinava lo stadio. Di conseguenza, aver avuto lo stadio pieno sabato ha aiutato. Avere più squadre che giocano a viso aperto rende il campionato più interessante, più vivo. Spero che il campionato continui su questa linea”.
Che ne pensa del Sassuolo di Di Francesco e quali sono le difficoltà di questa partita?
“La difficoltà maggiore sta proprio nel fatto che il Sassuolo è una squadra allenata da Di Francesco. Una squadra allenata bene, una società che far crescere i giocatori giovani, cosa che non tutte le società possono fare. I talenti in giro ci sono ma poi è più difficile la loro collocazione perché ci sono delle realtà dove diventa più difficile mentre a Sassuolo no. E’ una squadra pericolosa davanti con attaccanti veloci, à la Di Francesco ha cambiato spesso formazione mettendo in evidenza come si fidi di tutti e qualsiasi formazione metta in campo sarà da temere”.
Curiosità su Di Francesco: tornando indietro nel tempo, nel 2005, c’è un aneddoto sul Di Francesco team manager della Roma?
“Già all’epoca era allenatore, era già un uomo di campo, faceva il team manager ma studiava già da allenatore. Sono cose che vengono naturalmente. Di Francesco sta dimostrando che ha personalità, che tocca spesso i tasti giusti e che ha anche un po’ modificato quello che è il suo interpretare il ruolo da ex calciatore ad allenatore, ha già messo apposto questo passaggio”.Il discorso sulla libertà di stampa vorrei farlo dopo la partita. Se mi date un’altra veste sarebbe come mischiare il latte con le cozze. Io ho risposto ad un comunicato stampa che mi ha accusato. Non vi accuso di malafede, parlo d’interpretazioni personali degli episodi. Io dico quello che ho letto in base alle accuse che mi sono state fatte. Oggi sto ad ascoltare solo quelli che dicono forza Roma.
Il Sassuolo ha una colonia di giocatori cresciuti nel settore della Roma, condivide la politica adottata sul Sassuolo di puntare su giovani italiani?
“Loro sono venuti a prendere diversi giovani nostri che anche secondo me erano forti, non fa part però del mio mercato ma più di quelli precedenti e spetterebbe a Sabatini rispondere. Io nel mercato mi trovo a scegliere chi è il titolare, poi ci metto accanto gli altri giocatori. Spesso il giovane vuole andar via, vuole essere chiamato in causa tutte le volte. La spinta professionale del calciatore porta verso altre strade: l’esempio più lampante in questa direzione è Iago Falque. Se non lo fai giocare però non avrebbe fatto quello che sta facendo. Un altro è Ljaic, che è un giocatore che ha mercato, e se non lo fai giocare con continuità perde le qualità che ha. Si fanno scelte sui giovani anche per non farli restare un anno in panchina ma per mandarli a giocare così da poter accrescere il loro valore”.
Come sta Juan Jesus, Strootman è pronto a tornare dal primo minuto?
“Juan Jesus ha un risentimento al polpaccio ma è nelle condizioni di giocare se viene chiamato in causa. Strootman è recuperato e parte dall’inizio, gioca. Invece di essere rischioso e fargli fare mezz’ora come nella partita precedente, proviamo a farlo giocare finché ce ne ha, perché un’ora di gioco la fa con tutta la qualità che possiede”.
Iturbe e Gerson sono due giocatori che a gennaio possono andare via per trovare spazio e ritrovare quella valutazione che avevano?
“Sono valutazioni che facciamo su tutti i giocatori che abbiamo usato poco, quando s’arriva a dicembre. E’ poco inerente ora parlare di Iturbe e Gerson, tu convieni con me. Che ti dico, di si e poi magari domani li devo usare? Perché Pellegrini l’avete mandato a giocare e Gerson no? L’abbiamo mandato a giocare l’anno scorso Gerson in un contesto dove lo conoscevano e lo facevano giocare. Qui non lo conoscono e non lo fanno giocare, per cui si rimanda laggiù e si aspetta un attimo. Poi si arriva a dicembre e si fa il check-up del gruppo. Ecco perché Allegri ha detto che servirebbe una finestra di mercato a novembre: perché arriva prima quel momento in cui t’accorgi che ci sono delle situazioni alle quali è facile mettere mano, com’era una volta. Allegri ha detto una buona cosa però si risponde da sola perché ora quello che è fondamentale è la partita di domani”.
Siccome ha sempre detto che legherà il suo rinnovo ai risultati, non le basta quello che sta facendo per convincerla a rinnovare?
“La penna del mio contratto ce l’hanno i calciatori, se non fanno bene è perché io li ho allenati male. Abbiamo la necessità di vincere. L’ambiente è perfetto per lavorarci. Le difficoltà è che i tifosi della Roma e Roma hanno bisogno di vincere. Roma è forte, bella, quando vieni a Roma abitui l’anima alla bellezza infinita. Tornare indietro diventa difficile, abituarsi a non vincere mai è difficile. Ormai abbiamo consumato un po’ di tempo. Vincere non vuol dire solo portare a casa un titolo, dobbiamo mandare un messaggio chiaro del nostro modo di essere professionali, professionisti, dove si dedica il tempo, dove si ha la voglia di metterci le mani: “qui ci metto le mani, finché vuoi ballare balliamo e sono disponibile ad andare dove vuoi”. Va mandato questo messaggio chiaro ai nostri tifosi, alla nostra città, alla bellezza della nostra città, alla capitale d’Italia, a Roma, alla Roma. Abbiamo la necessità di vincere. Qualcuno sente la pressione. Ai tifosi della Roma non gliela racconti, li hanno visti i calciatori, li hanno visti per cui quando ti vedono un po’ titubante lo capiscono, hanno visto Totti per 20 anni. E magari il paragone ogni tanto stride perché Totti è lui e trovare un altro che fa le sue giocate non è facile, quindi si diventa facilmente critici. hanno visto Falcao e altri giocatori importantissimi. Bisogna mettersi nella condizione di sopportare questo peso, abbiamo l’imposizione di sopportarlo altrimenti non si deve stare qui, io compreso. O si portano a casa cose visibili o si manda un messaggio altrettanto chiaro non portando a casa niente. Non c’e alternativa: Fuori! O si rende onore a Roma e alla Roma oppure fuori, via da questa città! Da un punto di vista calcistico, sennò mi danno del razzista.
E’ più sorpreso dalla partenza ottima del Milan o da quella negativa dell’Inter?
“Tutte e due destano attenzione, il lavoro fatto da Montella bisogna guardarlo perché è un lavoro eccezionale. Nell’altro caso, io posso parlare delle mie di difficoltà. Non avendo lavorato dentro l’Inter non la conosco. E’ chiaro che da amante del calcio mi aspetto di più dall’Inter ma questo non so da cosa dipenda. De Boer mi sembra molto serio e professionale, mi dicono molto applicato sul lavoro quotidiano. Anche Li hanno un po’ di necessità dopo aver cambiato diversi allenatori, come è successo a noi che abbiamo cambiato diversi allenatori e calciatori. Dopo un po’ si hanno delle necessità perché anche loro hanno un nome scomodo da portarsi sul cuore”.
Ruediger tra quanto in campo dal primo minuto?
“Ora siamo vicini perché il ragazzo è sano, è muscolare. In questo momento qui è un leoncino, non ha i 90 minuti ma è dentro la gabbia e si vuole far vedere. Anche quando ha giocato contro la Primavera ha fatto vedere che arriva sempre nei contrasti, con questa irruenza fisica, questa forza e questo impeto che ha. Farlo partire dall’inizio domani può essere azzardato ma, se si ha necessità, si può fare anche il ragionamento all’opposto: comincia e si vede dove si va a finire e li s’interviene. Però domani non parte dall’inizio”
Una volta che la Roma avrà recuperati gli infortunati in difesa che margini di miglioramento può avere?
“E’ una considerazione giusta. Ha grandi margini di miglioramento. Non perché quelli che mancano sono meglio, ma perché puoi creare una concorrenza, è giusto avere quello che ti fa le scarpe, perché se lui è più bravo tu devi uscire e questo alza il livello. Anche se Marchizza è un giocatore forte che porterei con me, quando arrivano le prime volte ad allenarsi quelli della Primavera in prima squadra, hanno voglia di far vedere ma allo stesso tempo subiscono quel freno. Allenarsi con una difesa fatta come quella di domani e un’altra difesa con Peres, Vermaelen, Ruediger e Mario Rui alza il livello d’allenamento, pur cui l’attaccante che gioca e fa le prove contro quel difensore li, alza il suo livello d’allenamento. Il livello dell’allenamento non è la formazione che faccio la domenica e basta. E’ quello che vedo durante la settimana, oltre che fare la formazione. Se io venissi fuori ragionerei come voi, se voi veniste con me dentro ad allenare, vedrete che tante volte gli date più il verso mio di quello che date voi nel cercare la soluzione. Questo perché avete altre situazioni a disposizione e poi sono giocatori forti che non hanno il timore di prendere gol nella situazione di difficoltà. Ne hanno vissute tante, sono giocatori esperti, sono abituati a quello che è un confronto di grandissimo livello contro attaccanti di livello. Ci darebbero un vantaggio enorme”.
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