010615mariobiondiROMA-Era l’estate 2006, quando Mario Biondi si affacciava nel mondo della
musica grazie al suo timbro vocale raffinato. Il disco si chiamava
“Handsful of soul”. Ripensando a quel periodo, potrebbe sembrare strano che un singolo come “This is what you are”, si sia rivelato un vero “tormentone”,
eppure la storia ce lo racconta. Merito del successo fu la brillante
idea di proporre uno stile musicale a cavallo tra jazz e soul, nel
momento in cui la fantasia musicale stava raggiungendo un punto
piuttosto basso. Grazie a “This is what you are” e a illustri musicisti come il
trombonista Gianluca Petrella, il pianista Luca Mannutza e il
trombettista Fabrizio Bosso, il disco salì in testa alle classifiche e
aprì le porte ad una carriera ricca di successi. Basti citare la
fortunata e preziosa collaborazione con la band funky Incognito e la
meravigliosa voce di Chaka Khan nel 2010.Compiuti 10 anni di carriera, il cantautore catanese, ha scelto di festeggiare rendendo omaggio a quel pubblico che lo ha sempre sostenuto e amato. Nei negozi di dischi, un cofanetto con 2 CD, “Best of soul”, è semplicemente un viaggio in cui si ripercorrono tappa per tappa, alcuni tra i territori già esplorati, ma anche qualche luogo ancora sconosciuto, ad esempio il singolo che ha già scalato le
classifiche “Do you feel like I feel”. L’uscita dell’album è accompagnata da un tour che a partire dal 6 marzo, porterà l’artista in giro per l’Italia con una lunga serie di concerti. La tappa di Roma, prevista per il 24 di aprile, avrà luogo nell’Auditorium Parco Della Musica e si preannuncia un appuntamento da non perdere. Per quanto riguarda il futuro? C’è chi chiede a Mario Biondi di
cantare in italiano, chi di incidere un album rock. E Lui, che non
nasconde la voglia di sperimentare il nuovo chiede tempo. Prima è
importante festeggiare e rendere omaggio al passato.

Eugenio Bonardi