16-janis-joplin-w529-h529Esattamente 36 anni fa, ci lasciava la più grande vocalist che la
storia del blues abbia mai annoverato, Janis Joplin. Una donna fragile
e trasgressiva allo stesso tempo che cantava e suonava con cuore e
sentimento, come oggi ben pochi fanno. Se ne è andata troppo presto, a
soli 27 anni e nel momento di migliore creatività. “Pearl”, il suo
ultimo album, ha venduto ben 4 milioni di copie nel 1971.
Una vita breve ma sicuramente intensa, segnata dalla musica, dal
talento e l’immancabile voglia di protestare contro le istituzioni.
D’altronde, la seconda metà dei ’60 era il tempo dei cambiamenti,
delle piazze gremite e della trasgressione. Fattori che hanno
influenzato non poco la sua carriera.
Tutti ricordiamo con nostalgia il suo timbro vocale unico, potente e
cattivo, la sua maniera di muoversi sul palco e l’immancabile sorriso.
Ma in primo piano naturalmente le sue canzoni dedicate a ogni tipo di
tematica. D’amore come “To love somebody” e “Cry Baby”, dedicata alla
sua unica storia destinata a durare nel tempo; umoristiche come
l’esecuzione a cappella di “Mercedes Benz”; profonde come “Little blue
girl”, “Trust me” e magistrali interpretazioni come “Summertime” di
George Gershwin e “Me and Bobby McGee” di Kris Kristofferson.
Purtroppo, ci ricordiamo anche del vizio di bere e di quelle maledette
iniezioni di eroina, che con il tempo hanno azzittito per sempre la
sua voce. Janis Joplin è morta il 4 ottobre 1970 a Hollywood. A lei il
cinema ha dedicato uno splendido film documentario. “Janis” è a tutti
gli effetti un’intensa quanto emozionante biografia, con una star come
Gianna Nannini impegnata nella lettura delle lettere della cantante
texana. La preziosa eredità che ha lasciato: una carica in grado di
coinvolgere anche chi non si dichiara suo fan e canzoni che non ci
stancheremo mai di ascoltare.

Eugenio Bonardi