ROMA- Probabilmente solo la diplomazia americana e quella russa nel mondo globale sono in grado di far pesare ritorsioni determinanti sul destino di una nazione in caso di  controversie internazionali. L’Italia è nella serie B del mondo e quindi non c’è troppo da stupirsi se non si riesce ad avere una svolta decisiva nelle indagine sulla misteriosa morte di Giulio Regeni. Gli egiziani, per dirla alla romana “l’hanno buttata in caciara”. Cambiando versioni, depistando, accreditando moventi assolutamente campati in aria. Dunque l’indignazione di una famiglia, dietro cui c’è un’intera nazione, come nel caso dei marò (mutatis mutandis, la questione è più complessa) non troverà soddisfazione né gratificazione, semmai solo frustrazioni. E come l’Italia può punire e pretendere dall’Egitto? Ritirando l’ambasciatore? Pallida mossa che accontenta l’opinione pubblica ma che non cancella l’obbligo e l’osservanza dell’import export a cui l’Italia è obbligata per accordi commerciali di lunga data che fanno anche riferimento alle materie prime. Punendo il turismo? Ma qui sarebbe punire quegli italiani che hanno ancora fiducia nel passare le vacanze a Sharm El Sheik nella constatazione che una settimana in Egitto costa infinitamente meno di una settimana in Sardegna. Dunque la diplomazia in un vicolo cieco. La giustizia è un miraggio dove anche la vita di un ragazzo non pesa come merce di scambio. Cruda ma inevitabile realtà-

Daniele Poto