ROMA – La Lazio annega nel pantano dell’Olimpico ed il Sassuolo non regala nemmeno una gomena sfilacciata alla barca piena di buchi biancoceleste. Se proprio bisognava giocare in una piscina come lo stadio Olimpico di mezza sera, ci si poteva spostare tutti, qualche metro piu’ in la’,  al Foro Italico, in acqua vera. Comunque al di la’ della vasca verde le enormi falle hanno un nome: Mauricio. Il centrale difensivo ha collezionato una serie infinita di errori che hanno permesso ai neroverdi di regolare a dovere gli uomini di Pioli infilzandoli prima con un rigore netto procurato da Defrel e realizzato da Berardi e poi con lo stesso Defrel in diagonale alle spalle di un stralunato e poco attento Berisha. Per l’occasione si puo’ ben dire che la Lazio e’ stata per lungo tempo in balia delle onde emiliane e non sono certo serviti gli ingressi si Mauri e Keita, per nulla incisivi. L’unico spunto degno di nota e’ stato quello attribuibile a Klose con un perentorio colpo di testa, nulla pero’ al confronto delle scorribande degli uomini di Di Francesco lasciati spesso liberi da un difesa biancoceleste imbarazzante. Strana, veramente strana quasi indefinibile ed indifendibile la truppa biancoceleste che trita in coppa il Galatasaray  e poi, pochi giorni dopo la maiuscola prova contro i turchi, crolla  miseramente sotto i colpi implacabili di Berardi e compagni. Gara insomma da archiviare al piu’ presto magari pensando a disputare un campionato tranquillo e tentare perché no di andare più avanti possibile in Europa per poi credere di aver disputato una stagione positiva dimenticando ovviamente alcune brutte figure come quella andata in “onda” nella tinozza dell’Olimpico.
Mauro Cedrone