Partendo in terza fila, la Ferrari ha bisogno della mossa vincente per
recuperare su Mercedes e Redbull. Così, Vettel e Raikkonen optano per
un set di gomme super soft.
Dalla poleposition, Hamilton mantiene la testa, mentre il compagno di
squadra Roseberg, così ansioso di portare a casa il titolo con tre
gare d’anticipo, perde la posizione ai danni di Ricciardo. Segue una
prima parte di gara vivace, segnata da duelli a distanza: Raikkonen
contro Roseberg per il terzo posto e Vettel contro Vertstappen per il
quinto.
Al primo pit stop, Nico Roseberg, azzarda una strategia sorprendente,
forse suicida: più di 40 giri da percorrere con gomme medie sono
un’eternità. Ma si sa: in casa Mercedes, è ormai d’abitudine tentare
il tutto per tutto.
Al 28° giro, i meccanici Redbull non sono pronti per il cambio gomme
di Vertstappen. Tornato in pista 12°, l’olandese è costretto alla
rimonta, ma un problema tecnico lo costringe al ritiro.
Raikkonen realizza una serie di giri velocissimi nel tentativo di
avvicinarsi a Ricciardo, ma il finlandese della Ferrari è colto dalla
sfortuna per colpa di una gomma non bloccata correttamente al secondo
pit stop. Dunque, ancora una serata amara per la rossa di Maranello,
così come per i tantissimi tifosi della Haas, accorsi ad Austin per
sostenere Gutierrez e Grosjean. Il francese della scuderia americana
motorizzata Ferrari non riesce ad andare oltre il terzo di corsa,
mentre il compagno di squadra messicano non ottiene punti.
Approfittando di una virtual saefty car, il tedesco Nico Roseberg,
riesce a tornare ai box per cambiare ancora le sue gomme, preservando
il secondo posto e un buon vantaggio nei confronti del compagno di
squadra nella classifica generale.
Nel finale, il duello per la sesta piazza tra Felipe Massa e Fernando
Alonso, diverte abbastanza il pubblico. Ad avere la meglio è lo
spagnolo della Mclaren.
La Mercedes conquista un’altra doppietta, davanti alla Redbull di
Ricciardo e la Ferrari di Sebastian Vettel. Quinto posto per Alonso e
sesto per Sainz, sorpassato all’ultimo giro.
Eugenio Bonardi
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