L’Italia ha mancato troppi match ball per meritarsi i Mondiali in un girone
guadagnato con merito dalla Svizzera. Più brillante degli azzurri negli scontri diretti.
Eppure sarebbe bastato un rigore segnato da Jorginho per cambiare il corso della
storia e non costringerci al recupero in un affannoso playoff. La nazionale che ha
intascato il titolo europeo si è progressivamente persa nei quattro mesi successivi
perché ha creduto di essere troppo bella e forte, auto-sedotta dalla lunga striscia di
risultati utili consecutivi. Bisognava ricordarsi che almeno le ultime tre partite del
torneo continentale sono state contrassegnate da episodi favorevoli, da equilibri
risolti a favore di azzurro dopo incerti testa a testa. Era illusorio pensare di
travolgere l’Irlanda del nord non disponendo di un centravanti dal rapporto sicuro
tra partite giocate/gol realizzati. Tale rendimento non è garantito da Immobile,
Belotti e Belardi. Le cifre sono pronte a testimoniarlo. Per un debito di riconoscenza
Mancini ha investito sul debilitato usato sicuro in attacco piuttosto che rischiare
(come serviva) a tempo pieno Raspadori e Scamacca. Lo stesso riconoscimento nel
riconfermare colpevolmente Jorginho dal dischetto. E così anche il gioiello più
prezioso- Chiesa- è stato irretito nella sua presunzione. Trovate un titolare capace di
scavalcare l’uomo nella partita decisiva. Alla fine è andata più vicina al successo
l’Irlanda del nord dell’Italia. E la differenza gol con la Svizzera, punti a parte, ha
girato nettamente a favore degli elvetici che, passo dopo passo, hanno costruito il
piccolo ma meritato capolavoro. Mancini farà la fine di Ventura? Sinceramente ci
auguriamo di no perché una seconda esclusione consecutiva sarebbe una punizione
troppo grande per una squadra che si è illusa di essere sempre protagonista. La
sconfitta con la Spagna doveva scattare come un campanello d’allarme ma il segnale
non è stato recepito e ora si raccolgono i cocci di un terribile stallo.

DANIELE POTO