taglioalta_00222Cosa dirà in futuro il nome di Dario Fo? Non torna in mente soltanto
l’attore, ma anche il pittore, il cantante, e per un breve periodo,
anche il soggettista di cinema. Dal 1968 ad oggi il gruppo “Nuova
scena” da lui fondato insieme alla immancabile compagna di una vita,
Franca Rame, ha letteralmente rivoluzionato la scena teatrale. Alla
base, la geniale intuizione di ricondurre lo spettacolo verso le
valenze popolari di un tempo. Nel 1969 uno spettacolo in particolare,
è destinato a segnare per sempre la storia del teatro, “Mistero
buffo”. Un solo attore sul palco e tante rappresentazioni giullaresche
dell’epoca antica. La parodia di Bonifacio VIII, è ancora oggi
qualcosa di eccezionale per la famosa processione dei frati, che ad un
certo punto del percorso abbandonano la funzione religiosa, lasciando
solo il pontefice.
Di Dario ricorderemo anche il suo impegno nel mondo della musica. Nel
1978 diresse “Historie du Suldate” di Igor Stravinskij, rappresentato
anche Alla Scala di Milano in occasione del suo bicentenario. Inoltre,
ha scritto numerosi testi di meravigliose canzoni del fraterno amico
Enzo Jannacci, come per esempio “Ho visto un re”, in cui non mancano
l’ironia verso il folle desiderio di accumulare beni materiali. Un
testo quindi divertente, ma allo stesso tempo serio.
Il “giullare”, così come amava definirsi, ha vinto il premio Nobel per
la letteratura nel 1997, regalando un grande soddisfazione al nostro
paese. È stata una sorpresa soprattutto per lui, che in una delle sue
interviste nel periodo precedente alla consegna, confessava di non
crederci.
L’attore milanese si è spento questa mattina e grande solidarietà è
stata espressa da tutto il mondo dello spettacolo. Anche in politica,
nonostante qualche parere non positivo, tutti concordano nel definirlo
indimenticabile.Eugenio Bonardi