“Ha vinto l’amore”. Già, ma quale? I tweet di Renzi nella loro trionfante genericità vorrebbero chiudere la vicenda legislativa sulle unioni civili che ha paralizzato il dibattito del paese nell’ultimo mese. In realtà il compromesso firmato dal “Partito della nazione” è una chiusura al ribasso rispetto all’adeguamento dell’Italia nei confronti degli standard europei. Maggioranze impure e non canoniche promuovono e bocciano leggi secondo un dettato che non risponde al voto degli elettori. Uno dei tanti problemi dell’assenza di democrazia è la mancata rispondenza tra suffragi e rappresentatività. Dove è finito il mio elettore, dove è finito il mio politico? Perché voto un partito se questo poi scivola in una coalizione diversa da quella che aveva annunciato alla vigilia del voto. Da chi è rappresentato l’elettore che ha votato il sottosegretario governativo Dorina Bianchi e l’ha vista aderire in rapida successione a ben sette diversi partiti. Un’evidenza moltiplicata per 338 perché tanti sono stati i cambi di casacca nell’attuale legislatura, record assoluto da quando è vigente la Costituzione italiana. E non si risolve la questione con la super-multa di 150.000 euro imposta da Casaleggio al Movimento5Stelle. Ben altre cifre sono circolate ai tempi dello scandalo Di Gregorio, quando bisognava far cadere Prodi. Ben si capisce come questa non sia la democrazia di Pericle ma sia una sorta di abbrutimento all’amatriciana. Con il dovuto rispetto per il magnifico piatto della cucina laziale.

Daniele Poto