ROMA-Oltre alla voce, anche la carica e l’energia che aveva dentro,
rappresentavano uno tra i più importanti nomi del nostro panorama
musicale, Ivan Graziani. Prima di lui nessun altro cantautore, almeno
in Italia, aveva osato registrare un disco con un sound tanto
accattivante.
Era l’estate del ’78; mentre nei villaggi vacanze e nelle radio,
risuonava il singolo “Gianna” di Rino Gaetano, un pubblico alternativo
sentiva il primo brano finalmente libero da ogni limite imposto dalla
musica melodica, “Pigro”. In appena 2 minuti e mezzo scarsi emerge un
messaggio forte e chiaro contro chi giudica senza sapere e contro chi
opta per un mondo migliore ma non alza dito perché cambi qualcosa. Da
allora il cantante di Teramo, ha continuato a comporre canzoni
percorrendo la stessa strada, e lo ha dimostrato soprattutto nei
concerti dal vivo. Per chi non lo conoscesse, il doppio live “Parla
Tu” da lui realizzato nel 1982, ne è un ottimo esempio.
Accompagnato da più che validi musicisti, Ivan non esegue
semplicemente i successi maggiormente conosciuti, ma li rende come
nuovi grazie a versioni più estese, in cui prevale l’improvvisazione.
Cercando di fare un paragone, il riferimento va spesso alla Premiata
Forneria Marconi o ai grandi nomi del panorama jazzistico mondiale e
non è un caso. Il medley conclusivo con “Monna Lisa” e “Digos Boggie”
supera i 13 minuti di durata, lasciando gli ascoltatori attoniti e a
bocca aperta.
Ma Ivan Graziani, non era semplicemente uno scalmanato o un “coattone”
come osa chiamarlo qualcuno al termine dell’album “Parla tu”. Il suo
repertorio lasciava spazio anche a ballate sentimentali da eseguire
con strumenti acustici. Tra queste, “le quattro canzonacce a cui sono
molto legato” come le definiva (“Agnese”, “Paolina”, “Lugano Addio” e
“Firenze canzone triste”).
Malato da oltre due anni, il cantautore ci ha lasciato esattamente
vent’anni e un mese or sono. Era il 1° gennaio 1997. Per non
dimenticare, esce oggi un triplo cofanetto: due album con gli
indimenticabili successi di una carriera, ma anche “Per sempre Ivan”,
il dico postumo pubblicato nel 1999 in cui vocalist come Renato Zero,
Antonello Venditti, Biagio Antonacci, Alex Baroni e Umberto Tozzi,
interpretano canzoni inedite.
Meno male che non lo hanno lasciato sprofondare nel dimenticatoio; era
un grande artista e questo Ivan non l’avrebbe meritato. E allora, non
ci resta che inserire un disco nel lettore e, parafrasando il titolo
“Parla tu”, lasciare che sia la musica ancora viva e intatta, a
raccontarcelo.
Eugenio Bonardi
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