Il Motomondiale nella classe più prestigiosa sembrerebbe già preda del vorace
cannibale nove volte campione Marc Marquez, ben assecondato dal fratello che gli
copre le spalle e non sembra scontento della piazza d’onore. Ma l’apparenza può
ingannare. Perché questa lunga sequela iniziale di primi posti fa i conti anche con
una caduta e con la ritrovata regolarità di Bagnaia che, seppure troppe volte terzo,
non ha perso troppi punti in classifica ed è a portata di sorpasso soprattutto
considerando che le prossime piste maggiormente gli si addicono visto che su quei
circuiti ha spesso trionfato. Duello a tre dunque con esclusione di tutti gli altri. I podi
di questo Motomondiale rischieranno di ripetere un rito che può apparire noioso ma
che sancisce l’indiscutibile superiorità del terzetto. In casa Italia Morbidelli è un
bell’outsider, tallonato da Di Giannantonio mentre Marini e soprattutto Bastianini
sembrano inghiotti dalla mediocrità, complice la scarsa competitività delle proprie
moto. Invece Martin è già un ex campione perché agli oltre cento punti di ritardo
accumulati deve aggiungere una nuova lunga degenza viste le 11 fratture
accumulate in un accidentale contatto in pista. Attendiamo con curiosità Bagnaia
alle prossime prove perché l’orgoglio del campione spodestato farà scintille, non
accettando questo implicito messaggio di superiorità sancito da Marquz in avvio di
stagione. La moto è la stessa ma la reazione è dietro l’angolo. L’importante, nel
gioco dei punteggi, è non abboccare alle provocazioni e rimanere sempre in piedi.
Basta un solo capitombolo e i giochi si riaprono o si chiudono definitivamente.
Comunque vada il marchio italiano della Ducati porterà a casa un altro titolo
ribadendo una leadership mai insidiata negli ultimi anni. Marquez da parte sua
guarda alla parabola di Valentino Rossi (ultima conquista nel 2009) per fare meglio e
sul crinale dei trent’anni l’impresa è certamente alla sua portata.
DANIELE POTO