Colui che ha spianato la strada al tennis italiano è tornato alla grande: Marco Cecchinato si è ritrovato, cambiando di nuovo coach (ora ha di nuovo il cugino Palpacelli) il che gli ha dato calma e sicurezza nei suoi mezzi, oltre a quella voglia di giocare che pareva affievolirsi. Alla soglia dei 33 anni e sceso oltre la 400ma piazza da quel favoloso numero 16, il Ceck ha stravinto il challenger di Milano (ultima sua finale, Rio del Janeiro ottobre 2022) perdendo un solo servizio in cinque partite (tutte due set a zero) e misurandosi con coraggio e determinazione contro ragazzotti del calibro del romano Vasami (17 anni), del croato Prizmic (19 anni, battuto in finale e reduce da 14 vittorie consecutive nel challenger), dello spagnolo Alcala Gurri (22 anni). “Per me è un punto di partenza per una seconda carriera“, ha dichiarato il siciliano alla fine, e c’è da credergli, la soglia dei primi 200 non è lontana, mancherebbe un risultato e mezzo (dal momento che ora salirà al numero 300) per raggiungere le quali Slam, magari anche gli Us Open del prossimo agosto. L’estate è lunga, ci sono tanti challenger in Italia; Modena, Trieste, San Marino, Como, tutti sulla terra che danno punti utili per la scalata in classifica. Uno col suo talento non può pensare al ritiro né tantomeno rimanere ai margini. E’ una eresia.
Andrea Curti
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