L’unico elemento positivo del gran rimpastone di Giunta del Comune di Roma è che i romani (gli italiani?) hanno ripreso a parlare vivacemente di politica, sia pure affidati al precedente pregiudizio (pro o contro) sugli attuali governanti. Ma nell’attuale stallo sono chiari dei concetti che vorremmo ribadire. Non c’è più corsa contro il tempo per conquistare l’adesione della Raggi e del Movimento 5Stelle alla causa olimpica di Roma 2024. Così’ come non ci sono più spazi praticabili per l’ipotesi del nuovo stadio della Roma. Dunque rispettivamente Malagò e Pallotta possono mettersi il cuore in pace. Se ci saranno altri rilanci saranno demagogici e lesivi della coerenza delle decisioni prese. Si può rimproverare solo a chi ha detto “no” di averlo manifestato per piccoli sussulti, ritardi, rinvii burocratici, ostacoli istituzionali, rinunciando a quell’opposizione ideologica che avrebbe inimicato il consenso e fatto perdere voti. La realtà ineluttabile è questa. E sul fronte olimpico si sono sprecati i bluff: prima il coinvolgimento di Milano e Firenze, poi dell’Italia intera, poi un possibile aggiornamento al 2028. Almeno su quel versante il presidente del Coni Malagò ha fatto chiarezza e ha ribadito che c’è solo l’ipotesi di Roma 2024 e dopo quella il vuoto e il buio. Amen.
Daniele Poto
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