ROMA-Ricordare la “voce dello sport” è sempre emozionante. Quattro novembre 1928 e 18 luglio 2003: queste le date del grande Sandro Ciotti. Settanta anni gran parte dei quali vissuti intensamente tra calcio praticato, scritto e magistralmente raccontato con quella sua voce inconfondibile. Ciotti era un predestinato nel mondo giornalistico perchè figlio d’arte. Con un padre buon giornalista, Sandro si appassionò immediatamente a quel lavoro che lo portò a girare il mondo dopo una carriera trascorsa a fare il calciatore nelle giovanili della Lazio, nel Forlì, nell’Anconitana e nel Frosinone prima di scrivere per La Voce Repubblicana, Il Giornale d’Italia e Momento Sera. Sandro Ciotti fu battezzato da Trilussa del quale conservava amorevolmente libri e poesie ma il vero amore di Ciotti fu la musica. Studiò per molto tempo il violino e si esibì per qualche tempo in piccole orchestre da balera. In radio entrò nel 1956 in un programma sportivo, satira e musica. Per Sandro il connubio sport-musica fu vincente. Come inviato Ciotti seguì quaranta Festival di Sanremo, quattordici Olimpiadi, 15 Giri d’Italia, 9 Tour de France ed oltre 2.400 partite di calcio. La sua caratteristica voce divenne roca dopo 14 ore consecutive di diretta alle Olimpiadi di Città del Messico con un ventilatore dietro le spalle perennemente acceso per combattere il caldo messicano. Quel “Clamoroso al Cibali” lo inventò dopo che il Catania battè i campioni d’Italia e del Mondo dell’Inter. Lo abbiamo ricordato così Sandro Ciotti nel giorno della sua nascita. E’ stato un punto di riferimento per tutti fino al giorno della sua morte.
Mauro Cedrone
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